

Il
canale atrioventricolare può presentarsi come una malformazione
isolata oppure associata ad altre cardiopatie che rendono ancora più
complesso il quadro clinico, come ad esempio il
dotto arterioso
pervio, la
Tetralogia di Fallot, la
coartazione aortica. Il canale
atrioventricolare si manifesta con un’incidenza intorno al 4% in
rapporto alla totalità delle cardiopatie diagnosticate, ma nei
bambini affetti da sindrome di Down presenta un’elevata ricorrenza
(circa il 25%).
Si tratta di una
cardiopatia congenita che assume diverse forme in ragione della
complessità delle malformazioni anatomiche: si parla generalmente di
canale atrioventricolare parziale quando ci troviamo in
presenza di un foro nella parte inferiore del setto interatriale
(ostium primum) associato ad un'insufficienza della valvola mitrale
(cleft mitralico), la cui incontinenza genera un rigurgito di sangue
in atrio destro. Il cosiddetto canale atrioventricolare totale
si realizza invece quando, oltre a queste due anomalie, si ha un
foro nella parte alta del setto interventricolare in presenza di una
valvola atrio-ventricolare comune (cleft della mitrale e
malformazione della tricuspide): la comunicazione da atri a
ventricoli è quindi unica e, dal momento che questa valvola è
generalmente incontinente, si realizza un passaggio di sangue negli
atri durante la contrazione dei ventricoli. Si parla inoltre di
canale atrioventricolare intermedio quando le due valvole
atrioventricolari risultano incomplete, con adesioni alla cresta del
setto interventricolare, oppure quando ad un canale parziale è
associato un
difetto interventricolare.

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