Al momento della nascita, la placenta cessa le proprie funzioni: i tre shunts (forame ovale, dotto venoso di Aranzio e dotto di Botallo - v. Il cuore e la circolazione prima della nascita) che mettono in comunicazione la parte destra con la parte sinistra del cuore dando vita ad una circolazione cardiaca e vascolare particolare sono destinati a chiudersi. Nel momento in cui il cordone ombelicale viene legato, il ritorno venoso dalla vena cava inferiore all’atrio destro diminuisce ed il dotto venoso si chiude, mentre i polmoni iniziano a funzionare con un crescente aumento del flusso di sangue venoso al proprio interno. Attraverso la funzione respiratoria, il sangue nei polmoni si ossigena e giunge in atrio sinistro attraverso le vene polmonari. Con l’aumento del ritorno venoso nei polmoni, aumenta la quantità di sangue che giunge in atrio sinistro, ed il forame ovale si chiude, interrompendo la comunicazione tra gli atri. Generalmente entro le 24-48 ore dalla nascita il dotto arterioso è destinato a chiudersi: con la respirazione attraverso i polmoni ed i cambiamenti ormonali legati anche all’eliminazione della placenta nel momento della legatura del cordone ombelicale (scomparsa delle prostaglandine, di cui la placenta è la maggiore produttrice), la quantità di ossigeno nel sangue arterioso aumenta generando la chiusura del dotto di Botallo.

Ad oggi la circolazione fetale e l’emodinamica cardiocircolatoria fetale presentano aspetti ancora non chiari: ad esempio non sono ancora perfettamente noti i meccanismi di autoregolazione della gittata cardiaca in risposta alla maggior richiesta di ossigeno legata alla termoregolazione del neonato, all’aumento dell’attività respiratoria ed all’incremento del metabolismo a livello renale ed intestinale. Nuovi studi in questo settore, associati a sperimentazioni di cardiochirurgia in sede intrauterina, potranno contribuire sensibilmente al miglioramento delle cure delle cardiopatie congenite, generando in futuro possibilità correttive prima della nascita stessa.

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